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vento III
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IL VENTO E LA FANCIULLA

 

Regia: Senio Giovanni Barbaro Dattena

Coreografia: Cristina Locci

Interpreti: Matteo Corso, Senio Dattena, Cristina Locci, Luana Maoddi, Sara Manca

Musica: Michele Uccheddu

Costumi: Stefania Dessì con le allieve dell’Istituto Professionale per i Servizi Sociali Sandro Pertini (Cagliari) e con la collaborazione di Uwe Endler

 

 

Il Vento sibila, parla, racconta.

Se è il vento caldo del deserto parla di serpenti e di predoni, se viene dal freddo Nord, parla di orsi e di uomini rudi armati di archi e coltelli.

Quanti sono i venti tante son le storie.

Talvolta il Vento le cambia, le trasforma.

Altre volte – è raro ma accade –  si insinua di prepotenza nelle storie e non ne esce più.

È quello che è accaduto alla nostra storia.

 

Una storia che viene dalle sterminate piane della Mongolia selvaggia, dove il vento batte  la terra per miglia e miglia senza trovare ostacoli.

Una storia che inizia con il sibilo penetrante del Vento, e con il rapimento di una principessa ad opera di un crudele Negromante. Inevitabile il dolore del Re e della Regina. Inevitabile l'inseguimento del Negromante da parte del Principe amoroso. Poi un mostro mitologico, un oracolo, un Re senza volto, due armatissimi guardiani del Negromante ma, soprattutto lui, il Vento.

Tutto questo per una realizzazione altamente spettacolare di questa  fiaba danzata.

Il Vento è guida e consigliere, prima ancora  salva e incita, in ultimo è deus ex machina. Risolutore in positivo della storia. Colonna sonora.

 

Il Vento e la Fanciulla è una fiaba che prende spunto da antiche leggende Mongole ed è sempre all'immaginario figurativo  Mongolo che ci siamo ispirati per i bei costumi dei personaggi.

È una fiaba che ha tutte le caratteristiche della fiaba tradizionale, compresa quella di rivolgersi a un pubblico eterogeneo di piccoli e grandi, perché le fiabe sono per tutti e soprattutto, a dirla con Calvino, perché “le fiabe sono vere”.

Senio G.B. Dattena

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